Il decreto istitutivo del Parco Nazionale delle Cinque Terre, firmato dal Presidente della Repubblica il 6 ottobre 1999 ha riconosciuto che il territorio compreso fra Monterosso al Mare e Riomaggiore – con i cinque borghi marini di Monterosso al Mare, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore – riveste una valenza storica e culturale oltre che paesistica ed ambientale che deve essere salvaguardata. www.parconazionale5terre.it
Infatti, gli oltre 6000 chilometri di muretti a secco che delimitano i terrazzamenti per rendere coltivabile un litorale scosceso sono un'opera che merita di essere conservata nel tempo. Gli antichi borghi di Riomaggiore, Manarola, Corniglia, Vernazza e Monterosso al Mare costituiscono un esempio di architettura del territorio dove il lavoro dell'uomo nel corso dei secoli ha profondamente modificato la morfologia dei luoghi. Gli abitanti delle Cinque Terre portano con sé un patrimonio di storia, cultura e ambiente che deve essere tramandato ai posteri, generazione dopo generazione, in modo che si possa parlare di patrimonio dell'umanità. Dalle architetture di questi luoghi, si evince che la vocazione agricola del territorio è forte. Vi si coltiva la vite, da cui si ricavano vini a denominazione di origine controllata quali come il famoso vino Sciacchetrà delle Cinque Terre. Produzioni limitate, a causa delle difficoltà di coltivazione, ma di elevatissima qualità per via del clima mite d'inverno e assolato d'estate.
Salvaguardare l'ambiente antropico significa anche limitare lo sviluppo urbano indisciplinato degli antichi borghi di Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore. Il sempre crescente flusso turistico incentiva sicuramente ad investire nei territori per creare nuove e più ampie strutture ricettive, ma il tutto deve svolgersi in armonia con l'esistente, senza deturparne l'aspetto e senza snaturarne l'originale vocazione di borghi di mare.
Limitare l'espansione edilizia alle Cinque Terre, ponendo un forte freno alle eventuali speculazioni, significa a questo punto conservare il più integro possibile l'ambiente naturale. Le future generazioni potranno così ammirare dal mare un bellissimo tratto di costa, alto e frastagliato, dove l'intervento dell'uomo è tangibile solo nei terrazzamenti. Ad oggi, i sentieri che collegano i borghi delle Cinque Terre sono sotto il controllo dell'Ente Parco e per accedervi occorre pagare un pedaggio simbolico di pochi euro. Ciò consente di mantenere costantemente tracciati i sentieri, in modo che tutti possano percorrerli con maggiore facilità.
Oltre al Parco, sussiste alle Cinque Terre, un'Area Marina Protetta che si estende da Riomaggiore ad ovest fino a Levanto ad est. L'Area Marina Protetta è stata istituita già nel dicembre del 1997 e ha come finalità quella della difesa del mare come habitat naturale di vari organismi. Da Punta Mesco a Capo Montenero, grazie all'istituzione dell'area Marina Protetta, le acque sono tornate ad essere ricche di vita ed alcune specie rare iniziano a potersi osservare con maggiore frequenza. Ad esempio, si possono trovare alcune rare specie di gorgonia anche a pochi metri di profondità e addirittura il corallo nero.
L'Area Marina Protetta comprende due zone di riserva integrale in cui sono consentite le sole attività di ricerca scientifica, navigazione a remi e visite subacquee guidate previa autorizzazione dell'ente parco, e due zone di riserva generale in cui è consentita la navigazione a vela e a motore a bassa velocità, l'ormeggio in campi boa appositamente segnalati. Nelle zone di riserva generale è consentita la pesca, sia la piccola pesca artigianale che alcune attività di pescaturismo.
Accanto all'Area Marina Protetta, nel territorio della riserva marina delle Cinque Terre è stato istituito anche il Santuario dei Cetacei. Il Santuario dei Cetacei nasce nel 1999 in seguito ad un accordo di collaborazione internazionale fra Italia, Principato di Monaco e Francia. Nel tratto di mare compreso fra la Costa Azzurra, la Corsica, la Sardegna e il sud della Sardegna sussistono le condizioni climatiche e ambientali favorevoli per il passaggio di cetacei quali balene, balenottere minori, capodogli e delfini (delfini comuni, tursiopi,stenelle, globicefali). Si tratta infatti di acque relativamente fredde e calme, con correnti che trasportano plancton e krill, principale alimento di molti cetacei. Le acque relativamente calme permettono inoltre una certa facilità di accoppiamento. L'istituzione di aree marine protette, come quella del Parco Nazionale delle Cinque Terre, limitando la navigazione, le attività di pesca intensive e il conseguente inquinamento, permette di mantenere intatta la flora e la fauna e un'intera catena alimentare. Finchè la catena alimentare resta intatta, viene limitato il degrado dell'intero habitat.
La possibilità di vedere specie marine rare, o più semplicemente, di vedere un buon numero di pesci – segnale di una vivacità dell'habitat marino delle Cinque Terre, attira nella zona subacquei esperti e meno esperti. Visti i fondali prettamente rocciosi, con anfratti e grotte, all'interno dell'Area Marina Protetta si possono effettuare bellissime immersioni su secche, franate e relitti. Nel golfo di Monterosso, ad esempio, affondò un mezzo da sbarco tedesco, mezzo su cui sono cresciute nel tempo gorgonie bianche e rosse e in cui si possono trovare gronghi in caccia ed aragoste.